Editoriale n. 4 – ottobre/ dicembre 2015
Il manifesto dell’avvocatura per la dignità delle persone
Avv. Remo Danovi – Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano
L’EXPO 2015 sarà ricordato come un evento eccezionale, non tanto per la bellezza dei padiglioni che offre o la moltitudine dei visitatori che attrae, quanto per la volontà di dare un futuro al tema proposto, nutrire il pianeta, energia per la vita. A questo scopo è stata presentata la Carta di Milano, un documento ufficiale tradotto in 19 lingue e destinato a 3,5 miliardi di potenziali lettori, che potranno firmarlo per condividere gli obiettivi da raggiungere: assicurare il diritto al cibo per tutti gli esseri umani in misura sufficiente e sicura, il diritto al godimento equo delle risorse del pianeta, il diritto alla sostenibilità ambientale e all’equità, e ancora il dovere di lottare contro lo sfruttamento del suolo, gli sprechi e gli abusi.
Diritti e doveri, dunque, di cui anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano si è fatto carico proponendo a propria volta un Manifesto dell’Avvocatura, che è stato approvato con il contributo del Consiglio nazionale e degli altri Ordini forensi nel corso del convegno indetto il 5 giugno 2015 nell’aula magna del Palazzo di giustizia. Il punto di partenza è proprio il diritto alla nutrizione e al cibo, che deve essere inteso come un diritto umano fondamentale, poiché esso rappresenta anche il diritto alla dignità e libertà delle persone e alla tutela della salute, e da esso dipendono pure altri doveri generali che si impongo a difesa del territorio e dell’ambiente, per la distribuzione delle risorse, la sicurezza e il progresso sociale.
Di qui la dichiarazione formale dell’Avvocatura di voler operare per realizzare questi obiettivi e quindi, più in generale, per bandire le disuguaglianze e le violenze, le contraffazioni e le frodi, e riconoscere i valori e gli ideali nel rispetto della legge, dell’etica e del diritto degli altri.
Alla dichiarazione formale si aggiunge l’impegno preciso dell’Avvocatura di sostenere e dare effettivo riconoscimento a tali fondamentali diritti e a difenderli in ogni circostanza rappresentando le istanze dei cittadini e della società civile nei dibattiti e nei processi di formazione delle politiche pubbliche, in ogni contesto nazionale, europeo e internazionale.
Sono propositi formali, ovviamente, ma la volontà è anche quella di tradurli in azioni concrete e in diritti spendibili, per rimuovere le cause e non solo incidere sugli effetti, e così ad esempio promuovendo l’educazione alla legalità e coinvolgendo i saperi e i valori di tutte le professioni.
Questa è dunque l’eredità morale di EXPO 2015, una Carta e un Manifesto, per ricordare senza enfasi l’universalità della giustizia e le responsabilità del mondo.